IL COMMENTO TECNICO: SOUSA SBAGLIA MA SA CORREGGERE

22.11.2015 19:43 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
IL COMMENTO TECNICO: SOUSA SBAGLIA MA SA CORREGGERE
FirenzeViola.it
© foto di foto Federico De Luca

Sia chiaro: al pareggio avrei preferito la vittoria. Dico a bruciapelo questa banalità per fare capire subito il mio pensiero a quelli che faticano a distinguere l’ironia dalla realtà. Sono gli stessi che continuano a sbagliare le previsioni di formazioni e a loro dico anche che pure Paulo Sousa andrebbe capito meglio… soprattutto se si pensa di sapere di calcio. Impresa evidentemente durissima.

Dunque, tornando a noi, ridetto che avrei preferito la vittoria, da questo pareggio traggo molte cose positive che valgono più del punticino che muove la classifica. Se volete moltissime. Di sicuro sono maggiori di quelle che avrei visto con un’altra facile vittoria. E non sono matto.

Il peggior primo tempo della stagione, quei giocatori svagati e assenti in mano all’Empoli, un passivo pesante e una formazione senza logica, potevano anche essere l’inquietante segnale di una resa. Quarantacinque minuti del genere potevano raccontare che la favola era ai titoli di coda, il periodo bellissimo stava finendo e dopo essere arrivata al massimo, per la Fiorentina stava  iniziando l’implacabile inversione di tendenza con il solito, classico, ridimensionamento delle ambizioni. Del resto quante volte è accaduto anche negli anni montelliani del recente passato. Ricordate? I momenti decisivi sono spesso diventati negativi e basta.

E invece no. Il pareggio conquistato dopo una non semplice rimonta con un Empoli molto bene messo in campo, racconta che avevamo visto giusto, non ci eravamo sbagliati, questa è una squadra con le palle (ops...) e i fondamentali.

Se serviva una conferma anche nella cattiva sorte dopo le tante avute nei momenti belli, questo mi sembra sempre più un gruppo vincente, ha qualità tecniche e morali importantissime dalle quali ha trovato la forza per una reazione prima rabbiosa e poi lucida.

La Fiorentina è stata capace di riprendere in mano la partita e ridarle un senso tattico, ma soprattutto ha fatto capire al campionato che si può anche sbagliare un tempo, ma il gioco, il carattere e le ambizioni restano intatte. Quella del secondo tempo  è la stessa squadra lasciata prima della sosta e se la giocherà fino in fondo per le posizioni di vertice.

La reazione è venuta soltanto perché questo gruppo ha grande equilibrio, conosce bene la sua forza (soprattutto) e i suoi limiti, sa dove vuole arrivare. Forte delle sue conoscenze tattiche, del lavoro fatto fino ad oggi e di una mentalità ormai consolidata, non è stato difficile per la Fiorentina ritrovare il gioco e la personalità dopo quindici minuti di confronto negli spogliatoi.

Ora che sappiamo come questa Fiorentina sia in grado anche di soffrire e di reagire oltre che imporre il proprio gioco, andrà fatta anche una serrata analisi degli errori.

Paulo Sousa alla costante ricerca di un equilibrio di formazione nonostante il turn over, e di una gestione quasi maniacale del gruppo, cerca sempre di percorrere strade nuove e di coinvolgere tutti. I risultati e la resa straordinaria della squadra sono dalla sua parte, la strada è giusta, ma questa volta ha esagerato.

L’errore principale, secondo me, è stato quello di pensare di attaccare l’Empoli con una sola punta (Babacar) e di mettere in campo troppi ricamatori (Borja e Mati soprattutto) contro una squadra che soffre le verticalizzazioni. Poteva andar bene se sull’esterno ci fosse stato Bernardeschi dall’inizio, uno che attacca gli spazi e salta l’uomo, e Badelj che recupera e verticalizza e non Suarez che non porta bene il pressing. Squadra pensata bene per due terzi, concettualmente sbagliata.

Di sicuro anche i quindici giorni di stop con ben dieci nazionali a giro, hanno condizionato il lavoro di Sousa ed esaltato quello di Giampaolo, ma sono bastati un paio di correttivi per rimettere le cose a posto.

E qui mi lancio nell’ennesimo elogio di Sousa. Sbagliare è normale, quasi logico. Quelli perfetti mi fanno paura. Mi fanno più paura però quelli che sbagliano e non capiscono che correggere certe idee, certe valutazioni o certe formazioni toppate, non è debolezza, ma forza. Soprattutto bisogna cambiare in fretta, senza esitazioni e Sousa avendo le idee chiare ha saputo rimettere in carreggiata la partita con due cambi nell’intervallo. Non faccio nomi (metteteli voi), ma con altri allenatori avremmo visto il primo cambio al sessantesimo e perso la partita.

Per fortuna è acqua passata e anche da una giornata tutto sommato non felicissima (con l’Empoli si doveva vincere) come capitano non di rado in un campionato, la Fiorentina è riuscita a mandare segnali, a far capire tutta la sua forza, la sua qualità e la sua capacità tattica e morale.

Molto ci ha messo Sousa, però bisogna sempre ricordare che certi giocatori sono fondamentali. Parlo di Kalinic, naturalmente. So bene che l’allenatore ha preparato questa partita pensando a Basilea dove giocheranno tutti i migliori per vincere e conquistare il primo posto del girone, ma con l’attuale condizione psicofisica e questa facilità di far gol, in un momento di forma così straordinario, forse il croato non sente neppure la fatica, farlo giocare di più è possibile. O, forse, contro l’Empoli Babacar andava supportato da Rossi.

Tornando a Kalinic, ha sfiorato la tripletta in 45 minuti e oggi come oggi, per me in Europa è secondo solo a Lewandosky e Higuain per capacità di far gol e giocare con la squadra.

Fra le cose da rivedere, ancora Mario Suarez. E soprattutto l’immaturo Rebic. Pesante passo indietro di entrambi. Alonso non è al meglio, ma è stato tanto fermo. Gli altri hanno preso più o meno tutti l’insufficienza nel primo tempo per la poca voglia di aggredire spazi e avversari e un gran voto nel secondo.

Dopo il pareggio riguardo la mia tabella e la correggo, ma visto che mancano ancora quattro gare alla fine dell’anno, tengo fede al mio numero preferito: dodici. Punti da fare, naturalmente.