JORGENSEN A FV, Io viola? Non come statuina

14.05.2016 16:20 di  Luciana Magistrato   vedi letture
JORGENSEN A FV, Io viola? Non come statuina
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

"Non ho avuto alcun contatto dalla Fiorentina per ora anche se ho letto di questa possibilità; una chiamata la prenderei in considerazione, certo, ma per un ruolo in cui posso dare qualcosa e non di sola rappresentanza" a dirlo in esclusiva a Firenzeviola.it è Martin Jorgensen, lusingato che il suo nome sia stato fatto nelle ultime ore come possibile innesto di ex viola per portare maggiore "fiorentinità" nella Fiorentina. Jorgensen, in viola dal 2005 al 2009 prima di tornare in Danimarca dove vive con la famiglia tuttora, non è però disposto a fare la bella statuina: "Sarebbe interessante avere una proposta dai viola, ma non per stare lì e dire solo che sono un giocatore del passato. Qui in Danimarca i miei figli vanno a scuola ormai e tornare in Italia con la famiglia non sarebbe facile e lo farei solo per un progetto vero e un ruolo che abbia un senso, non per figurare e basta insomma".

 Archiviato l'argomento, veniamo alla stagione viola, che voto le dà?
"Otto fino a Natale, quattro nella seconda parte. Un sei di media, insomma, e se il Milan non vince la coppa Italia si può considerare una stagione positiva visto l'approdo in Europa League".

Cosa pensa della possibile conferma di Sousa?
"Credo sia una scelta giusta perché nella prima parte ha fatto molto bene anche se nella seconda la squadra è calata un po' troppo. Ma non si può giudicare in un solo anno, nella prossima stagione può ripartire con il suo lavoro e acquisti mirati per una Fiorentina più forte".

Ma quali sono gli errori da evitare da parte di tutti? 
"Riguardo al tecnico non so il lavoro che fa sul campo ma credo che rimarcare fino a giugno il mancato mercato abbia dato fastidio al mister e alla squadra e con i risultati che hanno iniziato a venire meno la ruota ha girato in senso contrario. Ma non è solo responsabilità della società perché quando i risultati vengono meno la responsabilità è sempre del tecnico. Credo però che si vinca o si perda tutti insieme mentre a Firenze si parla troppo, perché si vuole sempre vincere ovviamente, cercando per forza un colpevole. A volte è meglio lasciar stare e non rimuginare su quello che è passato. Le troppe voci sul mercato sbagliato dovevano fermarsi lì, continuare a parlarne fino a giugno distoglie dall'obiettivo e dà alibi a tutti e in particolare alla squadra che non si concentra e non prende le responsabilità in questo modo, dando la colpa a qualcos'altro. Il mercato era passato ormai e per vincere tutti insieme bisognava invece concentrarsi solo sul presente e dire: ecco, ora ci siamo noi e vediamo cosa possiamo fare".

Per il futuro si fa il nome di Corvino, cosa ne pensa e che rapporto aveva con lui? 
"Un cavallo di ritorno è come un giocatore, può essere positivo o meno. Se torna tutti si aspettano di rivedere la Fiorentina di sette o otto anni fa, quella veramente forte ma c'erano anche dei giocatori forti, pensiamo ai 31 gol di Toni ad esempio. Insomma lui è bravo ma se torna le aspettative sarebbero molto alte credo. I miei ricordi con lui? Era sempre presente e quando si lerdeva veniva sempre a parlare alla squadra nello spogliatoio e a Firenze ha fatto un buon lavoro. Certo io ci ho anche molto discusso, ogni volta che si parlava del mio rinnovo".

A proposito di rinnovi, cosa pensa dell'addio di Pasqual; gli andava comunicato prima?
"Se la società era già sicura di non confermarlo doveva comunicargli a marzo o aprile che non rientrava più nel progetto tecnico, tanto Manuel è un professionista ed avrebbe continuato a lavorare con serietà come ha sempre fatto. Nello stesso tempo gli avrebbe dato il tempo di organizzarsi con la famiglia, dopo undici anni credo bisognasse rispettarlo di più. Però sono sicuro che se la società lo ha avvertito solo alla fine avrà avuto i suoi motivi".

La vedremo presto a Firenze?
"A luglio di sicuro, ma solo in vacanza per ora".