FINITO UN CICLO TERRIBILE CON UN ALTRO RISULTATO UTILE. UN PAREGGIO PREZIOSO, POTEVA FINIRE PEGGIO. LA SOSTA SERVE PER PREPARARE UN APRILE DA PROTAGONISTI. GOMEZ QUANDO C’È SI SENTE E NETO È SUPER

23.03.2015 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
FINITO UN CICLO TERRIBILE CON UN ALTRO RISULTATO UTILE. UN PAREGGIO PREZIOSO, POTEVA FINIRE PEGGIO. LA SOSTA SERVE PER PREPARARE UN APRILE DA PROTAGONISTI. GOMEZ QUANDO C’È SI SENTE E NETO È SUPER
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Nelle ultime 18 partite ufficiali la Fiorentina ne ha persa una sola, all’Olimpico con la Lazio. Ha vinto 11 volte e pareggiato 6 gare. E’ stato un ciclo terribile perché in mezzo i viola hanno sistemato 6 imprese: eliminando in 3 gare la Roma da Coppa Italia e Europa League, facendo fuori in 2 impegni il Tottenham dall’Europa, battendo la Juve a casa sua (l’ultima italiana era stata l’Inter 26 mesi prima), prendendo a pallonate l’Inter a San Siro. 
Un cammino quello di febbraio-marzo che ha messo i viola in prima pagina. Una tirata di questo tipo poteva prevedere anche qualche battuta d’arresto: c’è stata la caduta con la Lazio all’Olimpico (4-0). Mentre il pareggio di Udine forse non va considerato così.
Il punto del Friuli pesa parecchio: la Fiorentina dopo aver ribaltato il risultato, dall’1-0 all’1-2, è crollata concedendo alla squadra di Stramaccioni campo e occasioni da gol. Se non ci fosse stato Neto - sì, questo in porta è un fenomeno -, con due parate strepitose prima su Widmer (il brasiliano è stato fantastico nel deviare sulla traversa) e dopo su Geijo (rimanendo fermo come una statua ad aspettare la soluzione dello spagnolo), adesso saremmo a raccontare una sconfitta. 
Il turnover aiuta, ma quando le partite incalzano ogni tre giorni, diventa dura essere sempre belli, reattivi, cattivi e vincenti. In certe occasioni portare a casa un pareggio significa aver imparato le lezioni precedenti. 
I problemi, chi più chi meno, ce li hanno tutti: il Napoli ha faticato non poco a pareggiare in casa con l’Atalanta, mentre l’Inter è caduta ancora, anche se ad approfittarne è stata la Samp che ha scavalcato i viola e che sarà al Franchi dopo la sosta. La Lazio vola e questa per ora è l’unica certezza. Montella ha ragione quando spiega che lui guarda anche nello specchietto retrovisore e si compiace che si sia creato un divario tra il sesto posto - dove stanno i viola - e il settimo, ottavo e nono dove stazionano Torino, Inter e Milan. 
Il tecnico viola dovrà gestire al meglio questa pausa stagionale - in campo andranno le nazionali - per ricaricare le batterie.

Alla ripresa ci sarà la volata finale: ad aprile la Fiorentina tra campionato, Europa League e Coppa Italia giocherà 8 volte. Soprattutto tra il 4 e il 7 i viola prima affronteranno una concorrente diretta come la Samp e poi se la vedranno al Franchi per una sfida da dentro o fuori con la Juventus, in palio la finale di Coppa Italia. Insomma, un avvio di mese da esame tosto. 
Per superare prove così robuste servono calciatori di spessore, come Mario Gomez, appunto. Il tedesco gioca poco purtroppo, ma quando c’è si sente, non ci sono dubbi. Segna o crea le condizioni di spazio per far segnare i compagni: intanto è salito a quota 9 reti (di cui 4 in Coppa Italia, altrettante in campionato e una in Coppa Italia). Ha voglia di recuperare il tempo perduto, Mario è una garanzia. Soprattutto quando le partite valgono per un obiettivo concreto. La Fiorentina è pronta allo sprint decisivo, Firenze anche. E’ una primavera stimolante.