ECCO L’IDENTIKIT DEL NUOVO ALLENATORE VIOLA: PORTA A SPALLETTI. DOVRA’ CONTINUARE E MIGLIORARE IL GIOCO BRILLANTE DI QUESTI ANNI. LA SQUADRA SARA’ RAFFORZATA. LA CLAUSOLA RESCISSORIA PER MONTELLA ESISTE. IL TECNICO HA PERSO MOTIVAZIONI

26.05.2015 00:00 di  Enzo Bucchioni   vedi letture
ECCO L’IDENTIKIT DEL NUOVO ALLENATORE VIOLA: PORTA A SPALLETTI. DOVRA’ CONTINUARE E MIGLIORARE IL GIOCO BRILLANTE DI QUESTI ANNI. LA SQUADRA SARA’ RAFFORZATA. LA CLAUSOLA RESCISSORIA PER MONTELLA ESISTE. IL TECNICO HA PERSO MOTIVAZIONI
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Andrea sta tornando dall’Estremo Oriente in queste ore, mentre Diego rientrerà soltanto domenica, ma la famiglia Della Valle in questi giorni è stata comunque sempre in contatto con Firenze per seguire l’evolversi della situazione di quello che potremmo definire il "caso Montella".

L’allenatore ha parlato in diverse occasioni per esprimere le sue perplessità su un progetto e su una squadra, ha definito questo ciclo finito, ha negato la clausola rescissoria, ha detto un sacco di cose molto spesso contraddittorie, dimenticando che questa squadra poco più di un mese fa era in semifinale di Europa League, di Coppa Italia e a due punti dalla zona Champions in campionato.

Quello che più fa riflettere la dirigenza è che a quel punto di eccellenza, la Fiorentina ce l’aveva portata proprio Montella e se una squadra arriva in semifinale in teoria è pronta anche per una finale.

Come si fa a dire ora con tanta convinzione che è la fine di un ciclo? Da dove nascono tutti i dubbi e le perplessità dell’allenatore?

Sarebbe stato più logico sedersi attorno a un tavolo a campionato finito, chiedere i rinforzi alla società, discutere sul futuro, perché invece Montella ha scelto prima lo scontro con i tifosi e poi quello con la società?

La risposta più logica a questa domanda è una sola: il tecnico ha altre offerte più vantaggiose. Così però non sarebbe, almeno a quello che ci risulta non avrebbe contatti certi.

E allora? La sensazione di tutti è che Montella abbia finito le sue motivazioni interne, non trovi più dentro di sé qualcosa da trasmettere al gruppo, abbia voglia di cambiare aria, di nuove esperienze per ricaricare le sue pile, di avere altre avventure o semplicemente di stare fermo un anno prima di ripartire. Sinceramente si fa fatica a capire questo allenatore che a Firenze ha fatto bene per tre anni, con un po’ di umiltà avrebbe potuto fare ancora meglio, sicuramente c’era lo spazio per rilanciare e riprovarci con una Fiorentina ringiovanita e rinforzata e invece d’improvviso ha deciso di buttare all’aria tutto.

L’incontro con Andrea Della Valle sicuramente ci sarà, come ce ne sono stati altri negli ultimi mesi, ma con queste premesse sembra difficile ritrovare un punto in comune. Rimettere insieme i cocci non funziona quasi mai, e nello sport le motivazioni sono fondamentali, spesso fanno la differenza.

Sicuramente un Montella scarico in panchina che resta solo perché c’è un contratto in essere non lo vuole nessuno, men che meno i Della Valle.

Ma se Montella spera di essere esonerato per contrattare la buonuscita ha sbagliato strada. La Fiorentina non ha mai messo in discussione il tecnico, il suo lavoro è stato apprezzato, non a caso gli è stato fatto un contratto per un ciclo di cinque anni.

A manifestare le perplessità e i dubbi, a fare distinguo sul presente e sul futuro, è stato sempre e solo l’allenatore e per quanto ci risulta, non soltanto da adesso, ma anche durante la stagione, a cominciare dall’autunno avrebbe cominciato a parlare di una squadra che più di così non può fare, salvo poi avere proprio dalla squadra delle risposte contrarie fino alle due semifinali appena ricordate.

Insomma, una situazione strana che l’allenatore può risolvere soltanto con le dimissioni per poi stare fermo. Sinceramente non vediamo altra strada, le perplessità sono le sue, fosse stato per la Fiorentina ora le parti sarebbero a discutere sui giocatori da vendere e da comprare e non di filosofia calcistica.

I fatti, del resto, parlano chiaro: questa non è una squadra da rottamare ma da ritoccare in alcuni ruoli carenti e  lo sappiamo non da oggi. Se poi il tecnico pensa di chiedere un Cristiano Ronaldo o la luna… forse ha sbagliato città.

Dunque Montella può dimettersi, ma non andare altrove. Lui ha negato anche la presenza della clausola rescissoria da cinque milioni di euro, invece vi confermiamo che la clausola esiste eccome, scritta chiaramente a margine del contratto. Quindi gli spazi per "ciurlare nel manico" sono molto stretti.

Nell’attesa dell’ultima giornata e di un quinto posto da confermare, aspettando la decisione finale, la Fiorentina non è stata certamente ad aspettare gli eventi.

La società sa benissimo quale allenatore potrà prendere l’eredità di Montella per cercare di fare ancora meglio: questo è l’obiettivo.

E allora, il nuovo allenatore dovrà sicuramente condividere e apprezzare il tipo di calcio giocato negli ultimi tre anni. Della Valle vuole un tecnico che pensi e lavori per un calcio offensivo, divertente, brillante, poco italianista, ma molto europeo.

Nei colloqui che ci sono stati si è parlato anche della fragilità del centrocampo e dell’opportunità di scegliere giocatori più fisici e muscolari che ora non ci sono e su questo c’è stata unità di intenti con la società.

Insomma, l’obiettivo è quello di cambiare nella continuità, mettere al comando un allenatore in grado di prendere questa macchina che ha fatto bene, fare un pieno di energie e motivazioni, per ripartire verso nuovi traguardi.

Sicuramente ci sarà da fare una campagna acquisti in grado di tagliare i "rami secchi", di ridurre il numero degli stranieri, immettere qualche giovane importante, ma Andrea Della Valle non ha alcuna intenzione di ridimensionare. Anzi. Quella coppa sfuggita quest’anno la vuole riprogrammare per la prossima stagione.

A chi porta questo identikit? Fra i giovani emergenti, un calcio brillante, con tre punte, ma anche con maggiore attenzione alla fase difensiva lo gioca Di Francesco. Anche Sarri ha fatto vedere un grande calcio e sarebbe una bella storia. Ma se abbiamo capito bene dove porta l’identikit che è stato tracciato, si parla anche di esperienza e capacità immediata di puntare alla vittoria. E allora non ci resta che pensare a Spalletti che era e resta l’obiettivo numero uno. In società c’è anche chi ha fatto il nome di Klopp, altri quello di Lippi, ma la linea è chiara e già definita.

Aspettando che il sipario cali o meno sull’era Montella. Dieci giorni per capire.

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