DA CAMPIONE A BIDONE: ECCO PERCHÉ È ASSURDO CRITICARE GOMEZ

17.09.2014 00:00 di  Pietro Lazzerini  Twitter:    vedi letture
DA CAMPIONE A BIDONE: ECCO PERCHÉ È ASSURDO CRITICARE GOMEZ

Mario Gomez. E' il nome più pronunciato dai tifosi viola negli ultimi due giorni. Un campione? Un bidone? Gli interrogativi si sprecano. C'è chi lo definisce "paracarro", chi lo difende a spada tratta, ma la verità è che a Firenze, senza polemica, non ci sappiamo stare. Lasciamo stare per una volta le valanghe di gol che il tedesco ha segnato nella sua carriera da vincente, e analizziamo la situazione come se fosse un giocatore come un altro. Quasi due metri per più di novanta chili è il biglietto da vista fisico del numero 33 gigliato. Una scusa? Assolutamente no, un dato di fatto. La preparazione è più lenta, entrare in forma è più difficile. I giocatori della sua stazza entrano in forma con maggiore difficoltà, se poi ci mettiamo il doppio infortunio della passata stagione, possiamo aggiungere un'altra quindicina di giorni prima che la forma sia veramente a posto.

Analizzata la prima critica, quella appunto del "paracarro" passiamo a quelli che dicono che non sa più giocare e che il Bayern lo ha lasciato partire perché avevano intravisto il suo declino. Forse coloro che muovono questo tipo di "accusa" si sono scordati del bellissimo gol messo a segno a Torino contro la Juventus in Europa League. Un gol da attaccante vero, da campione, da uomo che cambia l'inerzia delle partite. Contro il Genoa ha sbagliato un gol facile, ma sinceramente non ricordiamo un attaccante, anche di livello mondiale, che non abbia vissuto un momento difficile, soprattutto ad inizio stagione. Anche Batistuta spesso faceva fatica ad imporsi al meglio nelle prime settimane, perché non aspettare anche il tedesco?

La terza ed ultima grande critica è quella che riguarda l'adeguatezza del giocatore al gioco di Montella. Detto che Mario Gomez non è il classico giocatore fisico che ama la palla in area con cross dalla trequarti in giù, il suo modo preferito di andare in gol è     quello che lo vede attaccare lo spazio verso la porta avversaria per trovarsi a tu per tu con il portiere. Un modo di giocare che dal palleggio viola dovrebbe essere favorito, non danneggiato. Forse il problema vero è che i giocatori che o dovrebbero innescare, come lui, non sono ancora al massimo della forma. La realtà è che Gomez è un giocatore nuovo, che si è allenato poco con i propri compagni e che ancora non ha trovato, come è normale che sia, il feeling perfetto con i compagni di reparto. Quando sarà più lucido da un punto di vista fisico, riuscirà anche a sopperire alla mancanza di palle giocabili.

Se Mario Gomez è un problema, la Fiorentina potrebbe fare festa. Considerando che, complice l'assenza di Giuseppe Rossi, il gioco offensivo di Montella si baserà tutto sul tedesco. Questo significa che, se le critiche mosse dopo solo due giornate di campionato si riveleranno fondate, coloro che le avranno pronunciate, si potranno sì fregiare di avere avuto ragione, ma allo stesso tempo starà male vedendo una squadra priva del suo grande bomber.

Insomma, per farla breve: criticare Gomez in questo momento non è soltanto prematuro, ma anche controproducente. La speranza è che il pubblico fiorentino sia maturo come quello che al momento della sostituzione contro il Genoa si è alzato in piedi e non come quello che dà il giocatore per bollito ancor prima di averlo visto giocare con continuità. Per fortuna giovedì la Fiorentina torna in campo. Il Guingcamp è la squadra giusta per spezzare l'incantesimo. Montella ha già avvertito Mario ingolosendolo dalla giornata di ieri. I compagni giocheranno per lui, e se finalmente arriverà il primo gol dell'anno, le critiche spariranno e tutto tornerà alla normalità.