CONFERENCE E CAMPIONATO ULTIMA CHANCE. L’ATALANTA INSEGNA COME SI PUÒ FARE CALCIO: IL DIVARIO CON LE BIG? BASTA LA COMPETENZA. FIRENZE MERITA UN CLUB DOTATO DI AMBIZIONE. LA STORIA VIOLA NON È DA CENTROCLASSIFICA

27.04.2024 11:40 di  Mario Tenerani   vedi letture
CONFERENCE E CAMPIONATO ULTIMA CHANCE. L’ATALANTA INSEGNA COME SI PUÒ FARE CALCIO: IL DIVARIO CON LE BIG? BASTA LA COMPETENZA. FIRENZE MERITA UN CLUB DOTATO DI AMBIZIONE. LA STORIA VIOLA NON È DA CENTROCLASSIFICA
FirenzeViola.it

Bergamo è alle spalle, la Coppa Italia non c’è più, ora restano la Conference e il campionato. La squadra e Italiano non hanno nemmeno il tempo di rimuginare sulla eliminazione di mercoledì notte perché domani arriva il Sassuolo e giovedì la semifinale di andata di Conference. Manca un mese esatto alla fine della Serie A e i viola possono ancora racimolare punti per restare agganciati all’Europa via Serie A. Per una remota ma sostanziale possibilità l’anno venturo potrebbero essere addirittura 10 le italiane in coppa. Accontentiamoci dello scenario minore, quello che prevede 8 partecipazioni ai tornei continentali. La Fiorentina può arrivare ottava e tornare in Conference anche se l’ipotesi non sembra alimentare il testosterone viola di molti tifosi. Ribattiamo che un terzo anno consecutivo in Europa per la Fiorentina, seppur nella terza coppa della Uefa, farebbe comunque bene. Quindi, a cominciare da domani, la Fiorentina non dovrà fidarsi di un fragile Sassuolo, ma pensare ai 3 punti come fosse una finale

Con il Bruges altro colpo di cimosa sui retro pensieri bergamaschi e piede sul gas a tavoletta. I belgi sono forti, sanno stare bene in campo, farli fuori non sarà semplice. La stella polare e’ la finale di Atene, un’auspicabile vittoria porterebbe in dote l’Europa League. Sarebbe una bellissima soluzione per cancellare l’ipotesi Conference.



La sfida del Gewiss ha riaperto una ferita mai suturata. La forza dell’Atalanta ha messo a nudo il divario che esiste tra le due squadre e che mai si era verificato nella storia. Semmai il contrario, cioè era la Fiorentina ad essere nettamente superiore ai nerazzurri. 
Vero, la Fiorentina ha preso altri gol balordi, Italiano ha incassato l’ennesima critica per aver spinto in avanti i viola nell’attimo in cui sarebbe stato piu’ saggio arroccarsi in area sperando che il cronometro scandisse il tempo dei supplementari fino ai calci di rigore, detto questo e detto anche che il calcio e’ pieno di imprese impossibili, non scorgere quello che ha fatto l’Atalanta in termini di occasioni, duelli fisici e di risorse pescate in panchina, sarebbe incredibile. La sperequazione di valori a favore del gruppo di Gasperini è stato evidente anche all’occhio meno allenato. Mai come adesso l’Atalanta ha dimostrato come si fa calcio e come si possa in un percorso di 8 anni ottenere, tra le altre cose, per adesso 3 qualificazioni in Champions League, tre finali di Coppa Italia, oltre ad aver effettuato cessioni in questi percorso temporale per 520 milioni di euro a fronte, pero’ di investimenti per 495 milioni.

L’Atalanta ha fatto calcio meglio di tanti altri, anche della Fiorentina. E nel conto mettiamo anche i 3 anni conclusivi della gestione Della Valle. 
Nel club viola si continua a ripetere che il gap con le grandi con queste risorse economiche - al netto naturalmente del presidente Commisso che risulta il più ricco della Serie A - non si può colmare. Il gap per lo scudetto sì, la distanza con le due milanesi e la Juve è abissale, ma non quello che consentirebbe di sperare in un quinto o quarto posto. Ci è riuscita l’Atalanta perché non dovrebbe riuscirci la Fiorentina che ha pure il patron economicamente più robusto del campionato? Occorrono due sole cose: ambizione e competenza. Parole chiave e sconosciute. Ecco, il club viola dovrebbe ripartire da qui. Ne avrà voglia questa società? Perché i piazzamenti tra il settimo e l’ottavo posto - ora la Fiorentina e’ nona - non appartengono al romanzo del cammino viola. I viola non hanno una storia da centro classifica e Firenze merita una società dotata di ambizione. Che parli di calcio e non di decreto crescita.