ULTIMO GIORNO DI SCUOLA di Marco Gori

16.05.2010 00:00 di  Marco Gori   vedi letture
ULTIMO GIORNO DI SCUOLA di Marco Gori

Mi vergogno quasi a dirlo: nella mia lunghissima carriera scolastica mai una bocciatura, ne' un esame di riparazione a settembre, ne' uno univeristario con un voto inferiore al 27. Eppure di ultimi giorni di scuola anonimi alle "Medie" e al "Liceo" me li ricordo eccome. Soprattutto quello dell'ultimo anno al "Miche". Quando ero certo dell'ammissione al "temibile" esame di maturità e della possibilità di superarlo, ma ero altrettanto sicuro che non mi sarei mai diplomato con un gran voto. E, soprattutto, a differenza di gran parte dei miei compagni di classe, alcuni dei quali sono divenuti addirittura magistrati di alto lignaggio e fama, non sapevo cosa avrei fatto "da grande".E in questa ultima domenica di campionato, così anonima per la Fiorentina, mi rivedo un po' nei protagonisti della Firenze calcistica. Nei proprietari della Fiorentina, combattuti tra una -sottolineo- giusta politica di austerity e l'abitudine a non essere mai secondi a nessuno. In Cesare Prandelli, che, al di là delle notizie che ogni giorno escono sui quotdiani, forse sa molto meno sul proprio futuro rispetto a quanto si possa immaginare. Nei calciatori viola, gran parte dei quali mi immagino indecisi tra l'abbandonare una casa dove da mangiare e da dormire, a differenza di altre realtà, non manca mai, e perdersi per il mondo, come è giusto che sia per chi ha un'età come la loro.

E soprattutto nei tifosi viola, indecisi tra l'attaccarsi alla notte magica di Liverpool e la voglia di voltare definitivamente pagina. Da lunedi entreremo nel vivo del calciomercato, quelle su Prandelli e su gran parte dell'attuale rosa della Fiorentina, da voci si trasformeranno in qualcosa di più: interessi, sondaggi, trattative, ufficialità. Da allora il tempo per pensare sarà sempre meno. Per tutti. E invece nella vita sedersi un attimo a meditare aiuta spesso e tanto. Per questo mi auguro che la giornata di domani, lontano dal freddo di Firenze, e magari prima e dopo una partita inutile ma, almeno si spera, piacevole, possa servire a tutti come un attimo di riflessione. Per il bene di tutti, Il sottoscritto, per trovare la propria strada, ci ha messo quasi 20 anni, Nel calcio, soprattutto in quello di oggi, anche 20 giorni possono risultare eccessivi. Se quindi la parola "chiarezza" è diventata quasi tabù, spero che un invito alla rapidità non sia così male accolto da chi di dovere.