VIOLA A E VIOLA B

24.10.2014 10:30 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
VIOLA A E VIOLA B
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Ormai Montella ci ha abituato a vivere nel mito del dottor Jekyll e di mister Hyde. La Fiorentina A, quella dei nomi più brillanti, gioca bene, tiene sempre il pallino del match ma arranca in campionato con appena due vittorie in sette partite. La Viola B, quella delle riserve (ma non chiamatele così per davvero) e dei nuovi arrivati, vince, convince (tre vittorie su tre) e non prende mai rete in Europa. Due facce della stessa medaglia, due undici che dipingono una Fiorentina dal doppio andamento. E se è vero che alla formazione del campionato sono mancati, oltre che giocatori cardine come Rossi e Gomez, anche tanti momenti di sfacciata fortuna (le parate di Perin col Genoa, i pali col Sassuolo, la rovesciata di Aquilani con la Lazio), il futuro non potrà essere che roseo. 

L'esempio lampante che la sperimentazione della "doppia Viola" funziona a gonfie vele lo si è avuto anche nell'ultimo turno di Europa League a Salonicco, dove Montella non solo si è permesso il lusso di non convocare giocatori del calibro di Savic, Pizarro e Babacar ma nell'undici iniziale ha risparmiato anche Gonzalo Rodriguez e Cuadrado, costretto ad entrare nella ripresa per il riacutizzarsi del problema alla caviglia sinistra di Bernardeschi. La sinfonia, per il resto, è stata eseguita alla perfezione. Con il solito Tatarusanu a blindare la porta al posto di un Neto che oggi da gola a mezza Europa, con il ritorno di capitan Pasqual in difesa a completare un reparto di grande personalità insieme a Richards (che acquisto!), Basanta e Tomovic (l'unico della rosa insieme a Kurtic con un piede in due scarpe tra Viola A e B) e con una linea mediana che Badelj sta finalmente iniziando a far girare a dovere e che ha riscoperto in Vargas il suo inaspettato bomber.

C'è poi Borja Valero, ultimamente escluso dalle gare di campionato e tornato in buono spolvero in terra greca nella posizione di interno sinistro, ed un Ilicic ritrovato che riesce a dare il meglio di sé quando gioca lontano da Firenze e non viene messo pronti-via ko psicologicamente anche solo quando si riscalda sotto la Fiesole. Ed in tanta perfezione non stona nemmeno la serata no di Bernardeschi, per la prima volta a secco in un palcoscenico europeo e limitato da un fastidio che si trascina dietro ormai da una settimana. Quando il turnover massiccio funziona: Montella applaude soddisfatto.