UN ANNO FA

27.09.2016 20:00 di Dimitri Conti   vedi letture
UN ANNO FA
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Un anno, 365 giorni. Di questi tempi, esattamente il 27 settembre dello scorso anno, la Fiorentina di Paulo Sousa andava ad affrontare l'Inter di Roberto Mancini a domicilio, imponendo ai nerazzurri un pesante e sonoro 1-4, che rivelò all'intero panorama calcistico italiano le potenzialità, presenti e future, di cui disponevano i viola, alle prese con un'estate bollente - se possibile ancora di più di quella appena conclusa - nel nome della rifondazione, e piena di dubbi, sia sui componenti della squadra, che sulla nuova guida tecnica, quel portoghese chiamato Paulo Sousa, arrivato tra mugugni e irritazioni per il suo passato a tinte bianconere. E invece, in quel di San Siro, si assistette ad un pirotecnico spettacolo nel quale predominavano in modo assoluto le tinte viola.

Fa quasi specie constatare come le note positive di quella serata, da lì a poco. avrebbero invece vissuto un periodo e una mutazione in controtendenza con ciò che avevano mostrato nella magica notte in cui i viola conquistarono Milano. Il protagonista assoluto fu Nikola Kalinic, attaccante croato arrivato come rebus quasi indecifrabile, e rivelatosi sì in tutte le sue capacità di attaccante di manovra, attitudine questa che ha resistito tuttora, ma soprattutto come centravanti spietato, dotato di un killer instinct unico nel suo genere. Kalinic sembra aver perso quella spietatezza sotto porta, vivendo un girone di ritorno molto povero dal punto di vista realizzativo. E anche quest'anno, per adesso, non sembra riuscire ad invertire la rotta: il croato ha messo a segno finora una sola rete, quella dell'illusorio pareggio allo Juventus Stadium.

Un altra pedina che aveva incantato quella notta, e più in generale nel primo scorcio della scorsa stagione, porta il nome di Josip Ilicic. Il trequartista sloveno fu fondamentale: oltre ad aver aperto le danze dal dischetto, offrì a Kalinic la possibilità di mettere a segno la sua tripletta, grazie ad un'affinità ed un'intesa che avevano fatto sperare nella 'nuova coppia del gol'. Oggi, in special modo dopo il rigore sbagliato con il Milan - che però, va ricordato, è il primo da lui sbagliato in A con la maglia viola - anche le valutazioni sul 72 paiono decisamente essersi spostate verso l'opposto: Ilicic ancora non è stato in grado di mettere a segno neanche una rete in gare ufficiali, macchiandosi anzi di più di una prova sbiadita. Oggi più che mai le scelte di Sousa sembrerebbero aver virato su un'altra direzione: priorità alla difesa e alla solidità, e pazienza se di notti pirotecniche come quella milanese se ne vedranno meno. D'altronde si sente ripetere spesso un adagio vecchio quanto il campionato di calcio: in Italia vince chi subisce meno gol.