PAZIENZA A FV, CORVINO UOMO SCHIETTO E D'ESPERIENZA. PRADÈ...

Esclusiva di Firenzeviola.it
26.05.2016 16:15 di Andrea Giannattasio Twitter:    vedi letture
PAZIENZA A FV, CORVINO UOMO SCHIETTO E D'ESPERIENZA. PRADÈ...
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© foto di Federico De Luca

Tra i primi giocatori che Pantaleo Corvino portò a Firenze nel 2005, primo anno della sua avventura in viola, c'è sicuramente Michele Pazienza, giocatore che in maglia viola non ha lasciato grandi tracce ma, grazie al ds di Vernole, proprio sulle rive dell'Arno ha iniziato un percorso di crescita importante che poi lo ha portato prima al Napoli e poi alla Juventus. Per commentare il ritorno di Corvino alla Fiorentina, Firenzeviola.it ha contattato proprio Pazienza, che da gennaio si è trasferito in Lega Pro alla Reggiana:

Michele, Corvino ti portò a Firenze nel suo primo anno in riva all’Arno: che ne pensi del suo ritorno alla Fiorentina?
“Sicuramente è una persone che conosce molto bene la piazza di Firenze, sa cosa chiede la città per cui penso che sarà un vantaggio nei suoi primi mesi di lavoro. Non dovrà ambientarsi troppo dato che ha già passato 7 anni molto belli, per cui parte già con un credito di fiducia importante”.

Quale pensi possa essere la dote migliore di Corvino? 
“Alle spalle, Pantaleo ha molta esperienza, oserei quasi da vendere: rispetto a tanti altri sa come muoversi su più ambiti del mercato. Credo che proprio per questo possa fare bene fin da subito”

Che impressione hai avuto quando l’hai conosciuto nel 2005?
“Ho subito pensato che si trattasse di una persona schietta e sincera, uno che non gira attorno alle parole ma dice le cose fin da subito come stanno. Anche questa, per chi frequenta il mondo del calcio, è una dote non da poco”.

Cosa ne pensi dell’addio di Daniele Pradè dopo 4 stagioni? 
“Non so se sia una scelta giusta, solo i risultati dell’anno prossimo lo potranno dire. Certo è che, dopo tanti anni, spesso sia i giocatori come i dirigenti hanno bisogno di nuovi stimoli e di nuove avventure per cui penso che l’avventura di Pradè a Firenze fosse ormai giusta alla naturale conclusione”.