LA TESTA E LA PANCIA

22.01.2016 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
LA TESTA E LA PANCIA
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La testa e la pancia lottano tra loro. Con pochi, pochissimi punti di contatto. Forse uno o due, e comunque non si tratta di una sensazione piacevole. La testa e la pancia non sono felici dell'esito finale, e su questo sono assolutamente d'accordo. L'addio (anche se solo temporaneo) di Giuseppe Rossi è una mazzata. Che ferisce in alto e in mezzo. E che arriva dopo gli schiaffi rimediati anche nei due anni di Mario Gomez. 

Rossi-Gomez, la coppia da incubo che tutti sognavano. Perchè nessuno avrebbe mai potuto prevedere un finale così amaro. Pepito prende la strada di Mario, saluta Firenze. Lo fa con il suo stile, con delicatezza, ma anche con la fermezza di aver preso una decisione che pare andare anche contro la logica. Quella logica della riconoscenza mancata che in tanti in queste ore rivendicano (con legittimi argomenti) ma anche quella di una rimonta sportiva che, se vinta, avrebbe di nuovo i canoni della grande rivicinta.

Ed è poi in mezzo al binario dei perchè di entrambe le parti coinvolte, Rossi e Fiorentina, che si dibattono testa e pancia. La prima orientata a pensare al presente della squadra, delle necessità di Sousa, così lontane da quelle di Pepito. E forse anche più propensa ad accettare il verdetto che, alla fine dei giochi, la scelta (e soprattutto la formula) della cessione al Levante fosse la migliore possibile. La seconda più delusa, forse un pizzico ferita, e certamente confusa da un mercato che entra nel vivo, ma con ritardi evidenti e più di un incidente di percorso.

Una pancia che, però, non può sentirsi tradita da Pepito, nè dovrebbe farlo. In fondo è la stessa pancia a favorire ricordi come quelli datati 20 ottobre 2013. Momenti entrati in pochi minuti nella storia di una rivalità. Ritrovando sintonia, guarda caso, con la testa. Perchè se davvero di arrivederci si tratterà, una nuova storia in viola potrebbe ricominciare. E anche per questo, al di là di tutto, a Rossi non si può che augurare il meglio. Anche lontano da Firenze.