DA NON CREDERCI

30.07.2015 00:00 di Tommaso Loreto Twitter:    vedi letture
DA NON CREDERCI
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

I campanelli, quelli d'allarme, erano già suonati da tempo. Volendo rileggere per l'ultima volta la storia in viola di Mario Gomez (anche perchè trattasi di lettura tutt'altro che piacevole) gli strappi potrebbero essere riassunti prima con quelle parole rivolte ai compagni dopo il pareggio di Udine, poi con la richiesta di maggiori assist alla vigilia della doppia sfida con il Siviglia. Perchè poi, se a Udine il riferimento a maggiore concentrazione poteva anche starci, in Andalusia, sul primo pallone di Joaquin, Mario fu tutt'altro che preciso.

Ecco perchè quando, nella gara di ritorno, Gomez rimase a bordo campo senza riscaldarsi, fu chiaro un po' a tutti come la parola “Fine” fosse inevitabile. Per tutti, sì, forse anche per lui. Che già a Moena era apparso tutt'altro che carico, e che nell'ultima gara negli States, contro il Benfica, era rimasto fuori. Mario Gomez ha salutato tutti ieri, e ha preso la strada di Istanbul, porta europea tra l'Occidente e l'Oriente. Sin da ora la previsione di una valanga di gol in Turchia sembra quanto di più scontato, almeno in ambito viola, ma questa è un'altra storia.

Resta un'operazione, quella per il tedesco, che aveva portato al “Franchi” oltre 25 mila persone soltanto per la presentazione, e i sogni di vederlo giocare a fianco di Giuseppe Rossi, picconati dalla sfortuna di entrambi. Perchè poi, nei due anni di Gomez a Firenze, una buona dose di sfortuna ha determinato l'esito finale.

E allora finisce che, di questi tempi, così come praticamente tutti erano pronti a concedere a Mario sempre un'occasione in più (in particolar modo anche chi vi scrive che, su quel carro, era convinto di starci ben saldo a commentare decine e decine di gol) praticamente per tutti l'operazione Gomez a Istanbul suona come una scelta inevitabile. Un finale inevitabile, perchè Gomez non poteva più restare, perchè qui non era più lui, e perchè la Fiorentina non si poteva più permettere il suo ricco ingaggio.

A raccontare quanto visto nei due anni di Gomez a Firenze c'è da passare per pazzi, perchè ancora oggi a ripensarci... è difficile credere che sia andata veramente così.