STATE BUONI SE POTETE..

18.03.2011 11:00 di  Marco Gori   vedi letture
STATE BUONI SE POTETE..
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Firenze, 16 marzo 2011, ore 20,15 circa. Incontriamo alcuni colleghi romani, e, dopo i saluti di rito, ci viene posta questa fatidica domanda: "perchè tutto questo astio nei confronti della Roma?". Si tratta di cronisti, almeno dal punto di vista anagrafico, meno anziani di noi, quindi ricordiamo loro della cessione di Batistuta, della corsa verso il quarto posto nella stagione 2005/2006, con il sorrisino di Rosella Sensi in TV quando i giallorossi sorpassarono, seppur per poco, la squadra di Prandelli, e così via. Poi ognuno torna alle proprie postazioni, inizia la partita ed ecco che accade qualcosa, che, purtroppo, ci aspettavamo: il settore ospiti si riempie sempre più di tifosi giallorossi (anche se, a dire il vero, di giallo e di rosso si vede ben poco: sembrano piuttosto un plotone di teste di cuoio, o di black blocks, tanto per essere bi-partisan), iniziano gli sfottò e poi dal "formaggino" partono i primi fumogeni. Che non sono i classici bengala -il cui utilizzo è comunque proibito- utilizzati per festeggiare l'ingresso in campo della propria squadra, ma scie incandescenti che volano verso i tifosi avversari, ad altezza d'uomo. Ecco, ci sarebbe bastato puntare l'indice verso quel settore del "Franchi" per far capire ai nostri amici e colleghi il motivo di tanto astio. Per carità, la tifoseria della Roma non è l'unica avvezza ad atti del genere. Ma quella è una serata particolare. Innanzitutto in campo ci sono due squadre giovanili, abituate a giocare davanti ai parenti, a qualche appassionato, o poco più: a dire il vero negli ultimi tempi la squadra di Renato Buso è sempre più seguita dai supporters gigliati, forse perchè vedono in lei quello che non vedono nella prima squadra; la folta presenza di tifosi venuti dal Lazio, invece, è stata spiegata nei giorni scorsi da vari media: la scorribanda a Firenze è un "classico", ed essendo previsto per domenica il divieto di accesso ai tifosi ospiti, perché non approfitare di questa occasione? Ma c'è di più: è la notte della festa del 150mo anniversario dell'Unità d'Italia. L'occasione per 60 milioni di persone di sentirsi un po' meno Liguri, un po' meno Umbri, un po' meno Lucani e un po' più Italiani. Cosa non facile per un Fiorentino, che è campanilista per antonomasia. A maggior ragione se è tifoso viola. L'inno di Mameli è accolto con un po' di freddezza, c'è chi dice che sia volato qualche fischio: onestamente non lo abbiamo sentito, e se fosse vero sarebbe un gesto da condannare, ma...Un atto di inciviltà resta un atto di inciviltà. qualsiasi forma abbia.

Ma se può provocare danni all'incolumità altrui, ecco che diventa ancora più grave. Se mentre sei in auto vieni sorpassato da un altro conducente che si produce in una manovra azzardata, e lo inizi ad offendere, sei un incivile al pari suo. Ma se l'altro conducente, nel sorpassare, rischia di provocare un incidente, è pure un criminale. E magari finisse qui. Una frase che mercoledi sera, in riferimento al divieto imposto dal CASMS ai tifosi giallorossi per la gara di campionato, abbiamo sentito pronunciare con frequenza, sia da alcuni tifosi che da qualche collega, è: "tanto verranno lo stesso". Davanti ad una frase del genere restiamo interdetti. Perchè purtroppo è assai realistica. Perchè purtroppo non giustifica ma rende in parte comprensibile quel famoso astio dei tifosi viola nei confronti di quelli giallorossi. Un astio che vorremmo si fermasse una volta per tutte. Un astio che ci fa dispiacere sentendo le parole di persone di buon senso come Bruno Conti e Alberto De Rossi. Ed è ad un'altra persona di buon senso, come Francesco Tagliente, che ci rivolgiamo, affinchè venga fatto di tutto per evitare la solita invasione "illegale". La Firenze che ama il calcio ha già sofferto fin troppo nel corso di questa stagione. E proprio ora si sta riavvicinando a quello che resta lo sport più bello del mondo. Che ognuno faccia il possibile, ma veramente tutto il possibile, affinché non si debba ripartire nuovamente da capo.