ANTOGNONI A FV, Essere presidente non è essere solo imprenditore

Esclusiva FV
17.09.2009 13:00 di  Marco Gori   vedi letture
ANTOGNONI A FV, Essere presidente non è essere solo imprenditore
FirenzeViola.it
© foto di Federico de Luca

Sono ore e giorni delicati per la Fiorentina. La squadra ieri ha disputato una buona prova, ma la sconfitta di Lione, forse proprio per questo, brucia ancora di più. E mentre il cammino europeo dei viola inizia subito in salita, nuvole sempre più scure si addensano sul futuro della società. Ed in questi momenti a chi chiedere lumi se non a colui che forse conosce Firenze e la Fiorentina meglio di chiunque altro? La parola a Giancarlo Antognoni, contattato in esclusiva di Firenzeviola.it.

Antognoni, prima di tutto un giudizio sulla gara di ieri sera
“Non ho visto la partita, per cui non me la sento di commentare la prestazione della squadra. Ho però rivisto gli episodi salienti, ed anch’io, come molti altri, ho avuto la sensazione che l’espulsione di Gilardino sia stata ingiusta, anche se in questi casi, alla fine, ha importanza solo l’interpretazione data dall’arbitro. Del resto anche a Pazzini in nazionale è accaduto qualcosa di simile”

D'altro canto quando si va a giocare in casa di una squadra che disputa la Champions da dieci anni e rappresenta uno dei top club europei, certi episodi ci possono stare…
“Non ci dovrebbero stare, ma è chiaro che spesso in certe situazioni si paga dazio”

Anche ieri il Presidente Andrea Della Valle non era presente alla partita. Non crede che in certe occasioni la dirigenza dovrebbe stare vicino alla squadra ma anche alla tifoseria?
“In effetti si, c’è però da tener conto che questo è un momento un po’ particolare. Personalmente l’assenza del Presidente mi ha dato la sensazione di un certo distacco da parte della proprietà”

Anche il fatto di comunicare la convocazione di un CdA straordinario a poche ore da una gara così importante a molti è sembrato un gesto fuori luogo. Lei che ne pensa?
“Dovreste chiederlo a chi gestisce la società invece che a chi semplicemente segue le vicende della squadra; ognuno fa le scelte che ritiene più opportune, ovvio che anche questa vicenda rientra in tutta una serie di situazioni un po' contraddittorie”

Lei ha vissuto, nei suoi ultimi anni da giocatore a Firenze, l’inizio della seconda fase della gestione Pontello: trova qualche analogia con quel periodo?
“I Pontello non chiedevano la Cittadella, ma solo un centro sportivo che non è stato loro dato. Forse in questo momento si pensa un po’ troppo a situazioni che riguardano solo in parte il calcio. I Della Valle probabilmente non si sono ancora calati nel ruolo di proprietari di una società di calcio. Fare l’imprenditore ed essere il presidente di una squadra sono due cose assai diverse tra loro. Il secondo ruolo richiede altri valori, come metterci il cuore ed essere vicini ai tifosi e alla città”